Il meeting di politica monetaria della Reserve Bank of Australia si è concluso secondo le aspettative. La banca centrale ha infatti lasciato il tasso di interesse al 4,35% per la quarta riunione consecutiva (l’ultimo ritocco avvenne a novembre scorso, in aumento).
Il consiglio ha inoltre mantenuto invariato al 4,25% il tasso di interesse sui saldi di regolamento del cambio.
Secondo i policy makers australiani, la frenata dell’inflazione procede a singhiozzo e in modo più lento del previsto a causa della persistente corsa dei prezzi dei servizi (Il tasso di inflazione è sceso al 3,6%, risultando più alto del previsto). Inoltre, vi sono incertezze sui ritardi della trasmissione della politica monetaria e su come le decisioni delle imprese sui prezzi e sui salari risponderanno al rallentamento della crescita.
Secondo la RBA è necessario acquisire la certezza che i prezzi si stiano muovendo verso l’intervallo del 2-3% prima di agire ulteriormente. Fin quando questo non accadrà, non si possono escludere altre manovre. Tutto dipenderà dai dati macro in arrivo.
La riunione della RBA ha penalizzato leggermente l’Aussie, perché i mercati si aspettavano un atteggiamento più aggressivo a causa dei recenti valori elevati dell’inflazione.
Il cambio AUDUSD è sceso in area 0,66 dollari, ritirandosi dai massimi di due mesi (in questa zona di prezzo c’è una solida resistenza che ha respinto per la terza volta il tentativo di ulteriore salita).
Nel frattempo il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni è sceso verso il 4,3%, ai livelli più bassi in due settimane.