I dati macro che giungono dagli USA danno un po’ di sollievo al mercato, che torna a vedere più vicini i tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Così il dollaro, dopo due giorni di guadagni, perde terreno e l’Index si allontana dalla soglia di 106.
Il Dipartimento del Commercio americano, evidenzia che la crescita del PIL degli Stati Uniti è stata rivista al ribasso all’1,3% nel primo trimestre, rispetto all’1,6% della prima stima. Il dato è in linea con le aspettative, e riflette soprattutto il rallentamento della spesa al consumo. Il dato odierno si confronta con il +3,4% del trimestre precedente.
Intanto l’indice PCE delle spese personali aumenta leggermente meno di quanto inizialmente previsto: +3,3% rispetto al +1,8% precedente al +3,4% atteso dal mercato. L’indice PCE core, che esclude cibi freschi ed energia, registra un +3,6%, rispetto al +3,7% delle attese e al +2% precedente.
Sempre oggi è stato reso noto l’aumento delle richieste di sussidio alla disoccupazione USA, pari a 219 mila unità, in aumento di 3 mila unità rispetto al report precedente.
Gli operatori di mercato adesso prevedono una sola riduzione dei tassi da parte della Fed quest’anno, con probabilità di un calo a novembre pari al 65% e all’83% per dicembre, rispetto rispettivamente al 61% e all’80% prima del PIL e della pubblicazione dei sinistri.
Tutto questo ha indebolito il dollaro, con il che è sceso sotto 104,7, fermandosi dopo due sessioni consecutive di guadagni e seguendo i rendimenti obbligazionari al ribasso (Il rendimento dei Treasuries a 10 anni è sceso sotto il 4,58%).
Il cambio risale intanto verso 1,084.