Giornata nera per le criptovalute, col Bitcoin che precipita sui minimi di due mesi e l’intero panorama che è un susseguirsi di segni negativi, che spingono gli investitori CFD a vendere crypto.
Nemmeno le buone notizie sul fronte ETF Ethereum (la decisione della SEC è slittata al 15 luglio) sono bastate a dare ossigeno al mercato.
Il mercato potrebbe aver mal digerito diversi fattori, come i rimborsi BTC dei creditori di Mt. Gox (l’exchange di in bancarotta che dovrà ripagare più di 9 miliardi di dollari a circa 127.000 creditori), la strategia continuamente attendista della FED sui tassi di interesse alti (che fanno “concorrenza” agli asset più rischiosi) e la maxi-vendita da parte dell’investitore miliardario Peter Thiel (a causa delle aspettative di una maggiore volatilità).
Al di là delle opinioni, ci sono i numeri. E quelli non sono oggetto di interpretazione. I prezzi del sono crollati nuovamente al di sotto del livello psicologico chiave di 60.000 dollari, come non succedeva da maggio, giungendo a quota 57mila, dove sta testando la EMA200.
Nell’ultimo mese la regina delle crypto ha accumulato una perdita superiore al 15%.
Tutto questo ha innescato un clima di nervosismo negli investitori, che negli ultimi mesi avevano sostenuto il prezzo sulla scia dell’approvazione degli ETF Spot a gennaio e l’evento di halving ad aprile. Molti si aspettavano un’esplosione del prezzo in questi mesi, ma i fatti vanno in un’altra direzione.
Il nervosismo si è esteso a tutto il settore, dove nell’ultima settimana l’unica a salvarsi è stata TRON (+3%).
Un percorso difficile lo sta attraversando anche . Dopo 7 mesi di crescita (fino ad aprile), la corsa si è interrotta proprio quando si avvicina l’approvazione degli ETF Spot ETH. A Giugno la chiusura mensile è stata negativa dell’8,40%, e questa debolezza sta continuando anche a luglio, con la rottura del supporto a 3.250$.
