Il mese di luglio continua ad essere debole per il petrolio, che ha vissuto la terza settimana consecutiva di calo. Il prezzo del è sceso a 81 dollari al barile circa, il invece scivola sui 77 dollari.
Nonostante in settimana ci siano stati dati positivi riguardo alle scorte statunitensi (calo maggiore del previsto), il quadro è opaco per via delle preoccupazioni per la crescita economica della Cina, che sono stati sottolineate anche dai tagli dei tassi di Pechino per stimolare l’economia. Anche la riduzione delle importazioni di petrolio e dell’attività delle raffinerie da parte della Cina a causa della lenta crescita economica ha pesato sui prezzi.
Sul fronte geopolitico, i colloqui sul cessate il fuoco tra Israele e Hamas hanno allentato le preoccupazioni sull’approvvigionamento, aggiungendo ulteriore pressione ribassista al prezzo dei e .
Il recente calo del prezzo ha sporcato di nuovo il quadro tecnico del petrolio. Il ha infatti tagliato nuovamente al ribasso sia la Ema50 che la Ema200, inviando un chiaro messaggio ribassista al mercato.
Peraltro la discesa ha portato al raggiungimento del primo target del pattern head and shoulders.
Intanto si avvicina la riunione dei paesi produttori. A inizio agosto infatti l’OPEC+ deciderà se allentare i limiti alla produzione per il primo trimestre, e gli analisti sono divisi questa possibilità.