Nessuna sorpresa dal meeting agostano della Reserve Bank of New Zealand. Come si aspettavano i mercati, la banca centrale della Nuova Zelanda ha lasciato il tasso di interesse di riferimento invariato allo 0,25%.
Tuttavia la RBNZ ha aumentato il proprio livello di stimolo monetario, spingendo il programma di acquisto asset a 100 miliardi di dollari NZD (65,77 miliardi di dollari) da 60 miliardi precedenti, estendendo la sua durata da 12 a 22 mesi.
Riguardo ai tassi, la Reserve Bank of New Zealand ha confermato l’intenzione di lasciarli fermi allo 0,25% fino a marzo 2021, senza fornire previsioni riguardo al futuro e senza escludere alcuna ipotesi. Ciò è stato interpretato come un aumento delle probabilità di tassi inferiori in seguito, provocando una caduta dei rendimenti e del dollaro neozelandese.
Il NZD ha infatti perso quota rispetto alla maggior parte delle “colleghe”.
Il cambio è sceso a 0,652, prima di recuperare parte delle perdite e ritornare al livello di prezzo che ha caratterizzato la rottura della resistenza dinamica di lungo periodo. Prezzo che conduce al test della media mobile 50 periodi (fonte grafica ).
Il kiwi dollar perde terreno anche contro la valuta australiana (AUDNZD) e quella canadese (NZDCAD), mentre il rapporto con l’euro () si riavvicina alla soglia di 1,80.
Anche se apparentemente è cambiato poco, in realtà era difficile immaginare un risultato più accomodante di quello che ha fornito la RBNZ. Tanto da aprire alla possibilità pure di tassi negativi in futuro.
