Ancora tagli ai tassi di interesse, contrariamente alle previsioni. La Banca centrale del Messico ha ridotto il tasso di riferimento di 25 punti base al 10,75%, sfidando le aspettative del mercato. Secondo un sondaggio Reuters, infatti, metà degli economisti non prevedeva cambiamenti.
Invece il taglio c’è stato, nonostante il tasso di inflazione annuale del Messico sia aumentato per il quinto mese al 5,57% (era 4,98% a giugno), valore più alto da maggio 2023. Il tasso annuale di inflazione core è però sceso per il 18° mese consecutivo al 4,05%, livello più basso da febbraio 2021 (su base mensile, l’IPC è aumentato dell’1,05% a luglio, il massimo in quasi tre anni, mentre l’IPC core è aumentato dello 0,32%).
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Tuttavia, i segnali di un rallentamento dell’economia interna avevano alimentato le speculazioni su un atteggiamento accomodante da parte di Banxico. Il tasso di disoccupazione è salito al 2,8% a giugno, livello più alto in cinque mesi, mentre la fiducia delle imprese è rimasta al minimo degli ultimi 17 mesi e il settore manifatturiero si è contratto per la prima volta da settembre 2023. Inoltre, la crescita del PIL è stata solo dello 0,2% su base trimestrale nel secondo trimestre, mancando le previsioni e sollevando preoccupazioni di un rallentamento economico.
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Banxico ha accennato a potenziali ulteriori aggiustamenti dei tassi, riconoscendo i persistenti rischi inflazionistici.
Malgrado la decisione dell’istituto centrale, il peso messicano si è comunque rafforzato rispetto al dollaro, rimbalzando dal minimo di dicembre 2022 che aveva toccato il 6 agosto). Il cambio USDMXN è tornato sotto quota 19.
A dare sostegno al cambio è la debolezza del dollaro, sulle speculazioni che la FED potrebbe essere più aggressiva nel tagliare i tassi a partire da settembre.