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Yen giapponese JPY

Yen tonico grazie alla divergenza BoJ-FED. Il cambio USDJPY resta su 144

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Il governatore Kazuo Ueda ha detto al parlamento che la banca centrale potrebbe aumentare nuovamente i tassi

La divergenza di politica monetaria tra la Bank of Japan e la FED sostiene lo yen, che continua ad aggirarsi attorno ai massimi di tre settimane.

Venerdì scorso, il governatore della BoJ Kazuo Ueda ha detto al parlamento che la banca centrale potrebbe aggiustare la politica monetaria, se le sue proiezioni economiche si rivelassero corrette. C’è quindi la chiara volontà di aumentare nuovamente i tassi, dopo i dati che evidenziano un’inflazione persistentemente elevata.
L’ultimo report ha mostrato che il tasso di inflazione core del Giappone ha accelerato per il terzo mese consecutivo al 2,7% a luglio, mentre il tasso di inflazione principale è rimasto invariato al 2,8% per il terzo mese consecutivo.

Sul versante americano invece, Jerome Powell ha annunciato durante il simposio di Jackson Hole che la FED è pronta a rompere gli indugi e cominciare a tagliare i tassi di interesse a settembre, adeguando la politica monetaria a un contesto di crescenti rischi per il mercato del lavoro, ed esprimendo fiducia nel fatto che l’inflazione tornerà all’obiettivo del 2% della banca centrale.

Le dichiarazioni di senso opposto di Ueda e Powell hanno sostenuto lo yen giapponese, con il cambio che è sceso anche sotto quota 144, toccando il massimo di tre settimane, mentre il rendimento del decennale giapponese è sceso a circa lo 0,88%.

Il cambio ha imboccato la via della discesa a inizio luglio, dopo aver raggiunto i massimi di quasi 40 anni oltre quota 161.

Gli investitori attendono ora una serie di dati economici giapponesi questa settimana, tra cui i dati sulla produzione industriale, le vendite al dettaglio e la disoccupazione per luglio, nonché i dati sulla fiducia dei consumatori e sull’inflazione a Tokyo per agosto.

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