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Cina, i dati macro deboli penalizzano lo Yuan. USDCNH su 7,10

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La frenata industriale e la crescente disoccupazione hanno alimentato le preoccupazioni sulle prospettive economiche del Paese

In una giornata in cui il dollaro si sta indebolendo sul mercato valutario (il è sceso sotto la soglia di 101), lo Yuan è l’unica valuta che fa ancora fatica. Il cambio rimane infatti attorno 7,10, sotto la pressione dei dati economici cinesi più deboli del previsto.

L’ultimo report ha evidenziato infatti che la produzione industriale cinese è rallentata al 4,5% su base annua ad agosto, il minimo di cinque mesi, mentre le aspettative erano del 4,8% e a luglio era stata del 5,1%.

Allo stesso modo, la crescita delle vendite al dettaglio è scesa al 2,1% su base annua, inferiore alle aspettative del 2,5% e rallentando rispetto al 2,7% del mese precedente. Inoltre, il tasso di disoccupazione è salito al 5,3%, il massimo degli ultimi sei mesi, in agosto, rispetto alle previsioni di mercato e al 5,2% di luglio.

La frenata industriale e la crescente disoccupazione hanno alimentato le preoccupazioni sulle prospettive economiche della Cina, segnalando ulteriormente la necessità di ulteriori misure di stimolo. L’attenzione è ora rivolta alle prossime decisioni della PBoC sui principali tassi di prestito, in particolare sul tasso primario sui prestiti a 1 anno e sul tasso a 5 anni, che saranno annunciati venerdì.

Nel frattempo, lo yuan non riesce a riprendersi, mentre il rendimento dei bond decennali cinesi rimane vicino ai minimi storici (circa il 2,06%). Nelle ultime 4 settimane, il rendimento delle obbligazioni cinesi a 10 anni ha perso 8,20 punti base e negli ultimi 12 mesi è diminuito di 55,60 punti base.
Va detto tuttavia che di recente il cambio ha realizzato la “croce della morte”, ossia la Ema50 che scivola sotto la Ema200, e questo manda un messaggio ribassista al mercato.

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