Come si aspettavano i mercati, al termine della riunione di politica monetaria di settembre la Banca del Giappone (BoJ) ha mantenuto all’unanimità il tasso di interesse chiave a breve termine intorno allo 0,25%, livello più alto dal 2008.
La mossa dell’istituto giapponese arriva dopo due strette decise a marzo e luglio, ragione per cui il compitato di politica monetaria ha ritenuto di non dover intervenire nuovamente, così da avere tempo per monitorare l’andamento dell’economia.
Anche se la BoJ ha parlato di un’economia sulla buona strada per una ripresa moderata, il governatore Giappone Kazuo Ueda ha anche riconosciuto “una certa debolezza” nell’economia, adottando un tono leggermente più accomodante rispetto alle dichiarazioni precedenti.
Questi commenti hanno frenato lo Yen, che ha perso quota rispetto al dollaro. Il cambio sale verso quota 144, sui massimi dall’inizio del mese.
Inoltre lo yen è stato penalizzato dal rally degli asset rischiosi, dopo l’enorme taglio dei tassi da parte della Federal Reserve.
Per quanto riguarda l’inflazione, i dati su base annua sono compresi tra il 2,5% e il 3,0%, guidati dall’aumento dei prezzi dei servizi. Nel frattempo, le aspettative di inflazione hanno mostrato un aumento moderato e si prevede che l’indice dei prezzi al consumo sottostante aumenterà gradualmente.