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PETROLIO in discesa ripida (-5% settimanale) sui timori di eccesso di offerta

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La notizia che l’Arabia potrebbe aumentare la produzione ha messo sotto pressione Brent e WTI

E’ stata una settimana molto pesante per il prezzo del petrolio, che ha perso in pochi giorni diversi punti percentuale, con il che si è riavvicinato alla soglia dei 70 dollari mentre il ci è di nuovo scivolato sotto.

Sull’andamento del prezzo incide soprattutto il forte timore di un eccesso di offerta, dopo che l’Arabia Saudita, il principale esportatore mondiale, ha annunciato che potrebbe abbandonare il suo obiettivo di prezzo “non ufficiale” di 100 dollari al barile, il che significa che potrebbe aumentare la produzione. Se così fosse, sul mercato potrebbe scatenarsi una guerra al ribasso che farebbe scivolare di parecchio il prezzo del greggio (alcuni esperti ipotizzano addirittura uno scivolamento fino a 40 dollari).

Tutto questo fa seguito a un previsto aumento dell’offerta da parte dell’OPEC+, a partire da dicembre dopo un ritardo di due mesi. I membri del cartello avevano concordato la riduzione dei tagli produttivi per inizio di ottobre, ma poi li hanno rinviati di due mesi a causa del calo delle quotazioni petrolifere.

Sempre dal lato dell’offerta, lo scenario è ulteriormente aggravato dalla riapertura dei giacimenti di greggio libici, dopo che le fazioni governative hanno concordato un nuovo governatore della banca centrale, risolvendo la situazione di stallo che aveva fermato la produzione e le esportazioni di petrolio.


Dal lato della domanda le cose non vanno peraltro meglio visto che l’economia cinese resta debole, nonostante le recenti misure monetarie volte a rilanciare l’attività economica abbiano dato un po’ di speranza ai mercati.

Messo sotto pressione su tutti questi fronti, il prezzo del è tornato indietro verso i 71,5 dollari al barile, mentre il si è affacciato anche sotto i 68 dollari.
Lo scenario ribassista è confermato anche dal punto di vista tecnico, dal momento che a inizio mese si è forata la “croce della morte, ossia la Ema50 che è scivolata sotto la Ema200. Normalmente questo invia un messaggio fortemente ribassista al mercato.

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