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Sorpresa Russia, la CBR alza i tassi del 2%. Ma l’USDRUB resta sui massimi di un anno

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L’istituto effettua una maxi-stretta doppia rispetto alle attese, portando il costo del denaro al 21%

Il meeting di ottobre della Banca centrale della Russia si chiude con un esito che va oltre le aspettative. La banca centrale infatti ha aumentato il tasso di interesse di riferimento di 200 punti base, portandolo al 21%, nuovo record storico.
La stretta è il doppio rispetto a quella che si aspettavano i mercati, e inoltre l’istituto moscovita ha preannunciato che probabilmente aumenterà i tassi di interesse anche nella riunione di dicembre.


La decisione deriva dalla forte corsa dell’inflazione, che è molto più alta rispetto alle attese. Questo perché la domanda interna ha superato la capacità dell’economia russa, che continua ad essere limitata a causa delle sanzioni occidentali e della carenza di forza lavoro (per via della mobilitazione militare voluta dal presidente Putin).
Il marcato aumento delle aspettative di inflazione è amplificato dal deterioramento delle condizioni commerciali e dalla politica fiscale espansiva nel Bilancio federale 2024.


La mossa della banca centrale russa non è servita a rianimare il Rublo, che continua a perdere terreno rispetto al dollaro. Il cambio USDRUB è vicino a quota 97, aggirandosi sui massimi di un anno toccati a metà ottobre. La pressione derivante dal graduale allentamento dei controlli sui capitali da parte del governo federale ha infatti compensato l’impatto di una Banca centrale più aggressiva.
Inoltre, il rublo subisce pressioni anche dalle prospettive pessimistiche dell’economia cinese, che hanno limitato le aspettative di una domanda estera di beni russi.

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