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PETROLIO, pausa dopo il mini-rally. Clima e Libia raffreddano gli entusiasmi

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L'uragano Sally è stato downgradato a depressione, intanto la produzione libica riprende dopo il blocco alle esportazioni

I prezzi del petrolio si concedono una mezza pausa dopo un bel rally settimanale, all’indomani della riunione in videoconferenza dell’Opec+ (la formazione allargata che comprende anche produttori esterni come la Russia).
Il cartello allargato ha deciso di non procedere a nuovi tagli produttivi, mentre gli sforzi si concentreranno sul rispetto della riduzione di 7,7 milioni di barili al giorno nel periodo compreso tra agosto e dicembre.
Nel frattempo però l’Arabia Saudita sta facendo pressione sui violatori delle quote per estendere il periodo di compensazione da settembre fino alla fine di dicembre.

La decisione dell’OPEC+ ha consentito a e di correre ancora, dopo i diversi guadagni maturati nei giorni precedenti per via dei danni provocati dagli uragani negli USA.
Hanno dato man forte anche le previsioni di Goldman Sachs, riguardo a un mercato in deficit di 3 milioni di barili entro il quarto trimestre. La società di analisi ha inoltre ribadito il suo target price per il Brent a 49 dollari entro la fine dell’anno e 65 dollari entro il terzo trimestre del 2021.

Venerdì però l’entusiasmo sul mercato si sta smorzando. L’uragano Sally è stato downgradato a depressione, e questo significa che gli impianti del Golfo del Messico hanno potuto riaprire l’attività, interrotte per ben cinque giorni.
Ad arginare l’avanzata dei prezzi ci sono anche le dichiarazioni del comandante dell’Esercito Nazionale Libico Khalifa Haftar, che ha annunciato la ripresa della produzione petrolifera nel Paese, ponendo così fine al blocco delle strutture di esportazione messo in atto lo scorso gennaio.

Tuttavia, il rally di questa settimana spinge il verso un guadagno di oltre l’8% finora, mentre il avanza di oltre il 7%. E’ il più grande aumento settimanale da giugno.

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