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PETROLIO, balzo settimanale (+5%) sulle sanzioni a Russia e Iran e prospettive migliori per la domanda

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Lo stimolo economico della Cina e i tassi di interesse più bassi negli USA e in Europa dovrebbero spingere la richiesta di greggio

Dopo un periodo fiacco, il petrolio è riuscito a chiudere l’ultima settimana con un grosso balzo in avanti, che riporta i prezzi di Brent e WTI sui massimi di 3 settimane, grazie a un progresso superiore al 5%.
I futures del petrolio greggio sono giunti verso i 74,5 dollari al barile, mentre il tiene sopra i 71 dollari.

A guidare la crescita del prezzo è la contrazione dell’offerta globale, alimentato dalle aspettative di sanzioni contro Russia e Iran. L’Unione Europea ha imposto nuove sanzioni alla flotta di navi cisterna della Russia, volte a ridurre ulteriormente le entrate di Mosca (si tratta del quindicesimo pacchetto di sanzioni).


Nel frattempo gli Stati Uniti stanno valutando azioni simili, e il consigliere per la sicurezza nazionale del neopresidente Trump si è impegnato a rilanciare una politica di “massima pressione” sull’Iran.

Al tempo stesso si prevede il contemporaneo aumento della domanda, guidato dallo stimolo economico della Cina che ha spinto l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) ad aumentare le prospettive sulla richiesta di greggio, anche se l’ente continua a vedere un surplus di offerta per il 2025.


Inoltre, le importazioni cinesi di greggio sono aumentate a novembre per la prima volta in sette mesi, e si prevede che rimarranno elevate fino al 2025 poiché le raffinerie approfittano del petrolio saudita più economico.
Questo aumento deriverà anche dai tassi di interesse più bassi negli Stati Uniti (la FED si riunirà a metà dicembre) e in Europa (la BCE ha fatto un altro taglio di 25 pb nei giorni scorsi).

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