La BCE aumenta in modo significativo il PEPP (ossia gli acquisti del programma per l’emergenza pandemica), mentre lascia invariato il costo del denaro. Il tasso principale rimane a zero, il tasso sui depositi a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%.
Questo è l’esito del meeting di politica monetaria di marzo.
L’interesse era rivolto soprattutto alle dichiarazioni della Christine Lagarde in conferenza stampa a seguito della riunione.
Il valore complessivo del Pepp rimane a 1.850 miliardi (fino a marzo 2022), ma la Bce “condurrà gli acquisti in maniera flessibile in base alle condizioni di mercato, allo scopo di evitare un inasprimento delle condizioni di finanziamento incompatibile con il contrasto dell’effetto al ribasso della pandemia sul profilo previsto per l’inflazione”.
Riguardo proprio alla inflazione, la BCE ha rivisto le stime portandole a +1,5% per il 2021 (da 1%), a +1,2% per il 2022 (da 1,1%) e mantenendole a 1,4% per il 2023.
La Lagarde ha avvertito che l’inflazione è aumentata nel corso degli ultimi mesi sulla spinta di fattori temporanei (come l’aumento dei prezzi energetici) e che le pressioni di fondo rimangono contenute.
Anche se il Consiglio direttivo della Bce evidenzia che la situazione economica della zona euro è “complessivamente migliorata”, ha sottolineato ancora una volta quanto sia necessario che il pacchetto Next Generation diventi operativo senza ritardi. Inoltre Lagarde precisa che “nel breve termine rimangono incertezze collegate alle dinamiche della pandemia e alla velocità della campagna di vaccinazione”.
La Bce ha alza la stima per la crescita dell’Eurozona nel 2021 a 4% da +3,9% di dicembre, e prevede un 4,1% per il 2022 e 2,1% per il 2023.
Dopo la decisione della BCE, l’euro non ha avuto particolari reazioni. Il cambio EurUsd è rimasto sul livello 1,1940.
La valuta unica negli ultimi tempi è stata sotto pressione poiché gli investitori continuano a monitorare il ritmo lento della vaccinazione COVID-19 nell’UE e il suo impatto sulla ripresa economica dell’Europa.