L’inflazione cinese continua a crescere, anche se a ritmo blando. Il dato positivo è però che almeno viaggia più veloce delle aspettative. Secondo i dati resi noti dall’Ufficio Nazionale di Statistica infatti, l’inflazione in Cina è salita all’1,2% rispetto al +0,9% precedente. Le stime degli analisti erano per un incremento dell’1,1%. Siamo comunque molto distanti dal target fissato dalla PBOC, che è al 3%.
I prezzi alla produzione sono invece aumentati a un ritmo più lento, +6,4% contro le previsioni del +6,7%. Dopo anni di contrazione, questi prezzi sono stati trascinati in alto dalle politiche fiscali e dagli sforzi per ridurre la sovracapacità del paese. L’inflazione PPI è stata guidata dall’industria mineraria e pesante, dove le materie prime registrano incrementi percentuali a doppia cifra.
Tornando ai prezzi al consumo, dobbiamo ricordare che l’inflazione è il vero incubo della Banca della Cina, visto che un tasso del 3% non si vede dal lontano 2013 e ad occhio e croce ci vorrà un bel po’ di tempo prima di raggiungerlo.
Malgrado questo il dato odierno va visto positivamente, anche perché di recente anche i dati sul PIL erano stati positivi (6,9% nel primo trimestre 2017).
Nel frattempo sul mercato valutario, il rapporto dollaro-yuan (UsdCnh) rimane ancorato a quota 6,9 con una variazione pressoché nulla, come possiamo vedere grazie al broker .
La coppia sta girando attorno a questo livello dal mese di marzo. Durante il mese di aprile invece questo cross si era molto sensibilmente al rialzo. Ricordiamo che la People’s Bank of China ha ritoccato il tasso l’ultima volta nel 2105, tagliandolo fino al 4,35%.