I dati macro alimentano nuovamente la pressione sulla Gran Bretagna e sulla sterlina. La seconda lettura del PIL del Regno Unito evidenzia un rallentamento dell’economia, dopo che già la stima preliminare del primo trimestre era già stata deludente. La revisione dice il PIL britannico su base annuale cresce meno del previsto, arrivando al 2% contro il 2,1% stimato nella prima lettura e atteso dagli analisti.
Rispetto al trimestre precedente il Prodotto interno loro è salito dello 0,2%, anche in questo caso si tratta di un valore inferiore a quello previsto e anche indicato nella stima preliminare (0,3%).
Dopo la pubblicazioni dei dati, la sterlina ha subito una forte pressione ribassista. Il pound si è deprezzato notevolmente in un primo momento, con il cross GbpUsd giunto a 1,2932 dollari mentre l’EurGbp segnava un calo a 0,8667. In entrambi i casi c’è stata una ripresa della valuta britannica nel pomeriggio.
La sterlina ha toccato il minimo settimanale contro CAD e NZD, quello mensile contro il CHF.
Già nei primi giorni della settimana il pound era finito sotto nel rapporto con l’euro, penalizzato dal discorso della cancelliera tedesca Angela Merkel, secondo la quale la valuta europea è “troppo debole” a causa della politica monetaria ultra-espansiva della Banca Centrale Europea (BCE).
Su tutto però continua a farsi sentire il peso della questione Brexit, a seguito dei toni accesi mostrati dalla premier britannica Theresa May e dal segretario David Davis nell’ambito dei negoziati con l’Unione Europea.
Anche se a breve ci saranno le elezioni anticipate, in realtà è proprio quello che succederà a seguito di esse che catalizza l’attenzione (e i timori) dei trader.
Il nuovo governo (che probabilmente sarà formato entro pochi giorni dal risultato delle elezioni) dovrà mettersi subito al lavoro duro per trovare un accordo di transizione sulla Brexit, perché più passerà il tempo e maggiore diventerà la tensione che stringe l’economia britannica. Solo quando sarà più chiaro l’esito delle contrattazioni, i mercati prenderanno un maggior orientamento diretto riguardo al GBP. Al momento sembra invece che prevalga un atteggiamento molto prudente sulla sterlina.