Con 8 voti favorevoli e 1 contrario, il Giappone decide di proseguire ancora lungo la strada della politica ultra-espansiva. Continua così la netta controtendenza dell’istituto nipponico rispetto alle altre grandi banche centrali, che si avviano alla normalizzazione.
L’istituto guidato da Haruhiko Kuroda continuerà a controllare la curva dei rendimenti per mantenere i tassi sui decennali intorno a zero, continuerà ad acquistare bond pubblici (80mila miliardi di yen l’anno) e conserva il tasso di interesse in territorio negativo a -0,1%.
Il punto è sempre lo stesso: anche se l’economia continua a dare segnali di ripresa, l’inflazione rimane terribilmente bassa, intorno allo 0,4% e ben lontana dal target del 2% fissato dalla BoJ. E’ dal 2015 che l’inflazione non centra il target, e difficilmente verrà centrato nel prossimo biennio.
Tant’è che addirittura ci si interroga sulla possibilità di ulteriori misure espansive da parte della Bank of Japan (anche se le banche private sono contrarie a tassi ancora più negativi).
Sul mercato valutario, lo yen (che nelle ultime due settimane è andato giù parecchio) ha raggiunto i minimi da 2 mesi sul dollaro a quota 112.72 (), anche se in seguito ha recuperato parte delle perdite.
Possiamo vedere l’andamento del cross UsdJpy sulla piattaforma di trading .
Yen in calo anche contro l’euro: il cross quota 133,83 (+10% circa). Sale la coppia GbpJpy, che giunge verso quota 151,72 (+0,2%).