Dopo 3 settimane consecutive di bilanci in perdita, l’oro finalmente chiude con un saldo positivo. Inoltre nell’ultima settimana il metallo prezioso è riuscito anche a toccare il massimo di un mese e mezzo, quasi sui 1760 dollari l’oncia.
A sostenere la marcia dell’oro sono stati diversi fattori.
Anzitutto i leggeri passi indietro del dollaro, nonché la breve tregua concessa dai rendimenti del Tesoro. Inoltre le richieste di disoccupazione iniziali negli USA sono aumentate inaspettatamente per la seconda settimana, facendo pensare a una ripresa meno rapida del previsto almeno per quanto riguarda l’occupazione.
Un altro elemento che ha sostenuto l’oro negli ultimi giorni, sono le minute della Federal Reserve. Da esse è emerso che l’istituto centrale non ha alcuna intenzione di aumentare i tassi di interesse, almeno finché le prospettive economiche non si dimostreranno concretamente più solide. Adesso invece ci sono solo ottimistiche aspettative.
Al di là di questi fattori, rimane comunque un quadro complessivamente debole per la marcia dell’oro. La ripresa economica americana di Stati Uniti e Cina – rapida o no – è comunque evidente. Inoltre la campagna di vaccinazioni procede in tutto il mondo, sia pure a ritmi diversi.
Le misure restrittive però continuano a rendere il metallo prezioso quel rifugio sicuro ancora da cercare.
Dal punto di vista tecnico, l’area tra $ 1760-65 rimane ancora la resistenza più solida che si oppone alla risalita dell’. Se questa zona fosse rotta, si aprirebbe la strada per i livelli 1790-1800.
Al ribasso invece, un calo sotto $ 1670 potrebbe invalidare il potenziale recupero e aprire le porte a $ 1600.