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Il dollaro corre ma poi si ritrae. L’Index resta in orbita 90

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L’indice del dollaro era arrivato a 90,4 venerdì, dopo che a inizio settimana era scivolato sui minimi di cinque mesi a 89,5

Dopo una settimana tutto sommato blanda, il venerdì regala qualche sussulto ma senza grandi conseguenze. Il dollaro scatta in avvio di giornata, e riesce anche ad arrivare al massimo di due settimane, ma poi cede i guadagni.

Il era arrivato a 90,4 venerdì, dopo che a inizio settimana era scivolato sui minimi di cinque mesi a 89,5.
La spinta è stata sostenuta da solidi dati economici (le richieste di sussidio di disoccupazione sono scese al livello più basso da quando la pandemia è cominciata) e dall’inflazione PCE (3,1% ad aprile, il dato più alto dagli anni ’90), che è una misura dell’inflazione attentamente osservata dalla Federal Reserve. Avendo questa superato le previsioni, per un po’ di sono sollevati ulteriori rumors sui possibili interventi anticipati della Fed su tassi e misure di sostegno.

Tuttavia, la marcia del si è poi fermata e lo slancio iniziale si è esaurito. La quotazione è così ridiscesa verso 90,1 mentre i rendimenti dei Treasury a 10 anni sono sceso all’1,596%.
Gli investitori sono sembrati meno preoccupati per il tapering, anche poiché la Fed ha costantemente sostenuto che qualsiasi aumento dei prezzi sarà transitorio. La paura di un surriscaldamento della ripresa negli Stati Uniti è meno forte.

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