Nessuna novità dalla People’s Bank of China, che ha lasciato invariati i tassi di interesse di riferimento per i prestiti alle imprese e alle famiglie per il 14esimo mese consecutivo.
Il tasso primario di prestito a un anno (LPR) è rimasto invariato al 3,85%, mentre quello a cinque anni è rimasto al 4,65%.
L’economia del Dragone continua a riprendersi dalla recessione causata dagli shock COVID-19 (sul questo fronte i media locali hanno affermato che la Cina ha somministrato 1 miliardo di vaccini).
Sul fronte valutario, lo yuan cinese è sceso rispetto al dollaro (), scambiando sui minimi di 7 settimane dopo il meeting della PBoC.
Più che altro, a indirizzare il rapporto di cambio è il forte sentiment verso il biglietto verde, dopo che il funzionario della Federal Reserve James Bullard ha notato che la banca centrale degli Stati Uniti potrebbe aumentare i tassi di interesse prima del previsto.
Lo yuan si era rafforzato dalla fine di marzo, giungendo a toccare il massimo da 3 anni sul finire di maggio ( a 6,35), spinto da prospettive in miglioramento per l’economia cinese e da forti afflussi di capitali.
Tuttavia, il rally in seguito si è invertito quando la PBoC si è mossa per contenere l’apprezzamento dello yuan, aumentando il coefficiente di riserva per le istituzioni finanziarie al 7% dal 5%. Sebbene la PBoC sembri a suo agio con lo yuan intorno ai 3 anni alti, non sembra disposto a lasciarlo apprezzare di più.