Chi prevedeva un rally impetuoso di Bitcoin entro fine anno ha avuto ragione. Anzi, con largo anticipo rispetto alle previsioni più ottimistiche, la criptovaluta più famosa al mondo ormai ha raggiunto quota 10mila dollari e viaggia verso una capitalizzazione di oltre 160 miliardi. Appena un paio di settimane fa la sua quotazione era scivolata verso quota 5700. E dire che al suo lancio nel 2009 la cripto-moneta valeva soltanto pochi centesimi.
I driver del Bitcoin
Il rinnovato entusiasmo verso è frutto di una serie di fattori. Ad esempio il rinnovato interesse verso la seconda “fork” con SegWit2X, che era stata cancellata un paio di settimane fa causando un improvviso crollo delle quotazioni.
In secondo luogo le notizie riguardo al lancio in Europa del primo fondo sui Bitcoin (in Francia), e anche alcune tensioni geopolitiche che hanno spinto molti investitori a diversificare il proprio portafoglio inserendo la criptovaluta. Nessuna di queste motivazioni giustifica da sola l’impennata di Bitcoin, ma tutte assieme hanno prodotto una spinta fortissima (fonte grafica broker ).
Va detto che anche l’alta finanza (e perfino le banche centrali), dopo un lungo periodo di snobbismo verso le cryptocurrencies adesso guardano con interesse al fenomeno (in special modo alla tecnologia che sta a monte del bitcoin, il blockchain). E aumenta anche il numero di aziende che cominciano ad effettuare transazioni con i Bitcoin, da Microsoft a Expedia.
Tornando alla quotazione di , non è difficile immaginare che vista l’importanza della soglia psicologica di 10mila dollari, potremmo assistere ad alcune prese di beneficio che potrebbero rallentare la marcia di Bitcoin.
