Il prezzo dell’oro non riesce a trovare appigli per spingersi più in alto, ma sta chiudendo la settimana migliore de un po’ di tempo a questa parte (guadagna oltre un punto percentuale). Inoltre il mese di luglio va in archivio con un aumento del 3%.
Il Gold Metal si agita attorno ai 1.830 dollari l’oncia, livello sul quale ha toccato i massimi di due settimane nella giornata di giovedì.
La spinta maggiore al metallo prezioso è arrivata di recente dal meeting FED.
I policy maker hanno infatti lasciato lo scenario di politica monetaria invariato, con tassi tra 0-0,25% e acquisto obbligazioni a 120 miliardi al mese. Soprattutto hanno evidenziato che non ci sono ancora quei miglioramenti sensibili che potrebbero giustificare il tapering.
Non solo. Nella giornata di giovedì, il PIL statunitense è cresciuto più lentamente del previsto, dando ragione alla FED quando dice che i progressi ancora non sono abbastanza solidi.
A tutto questo si aggiunge il fatto che la domanda di oro in India dovrebbe riprendersi nel secondo semestre, dal momento che festival e matrimoni aumenteranno gli acquisti al dettaglio nel quarto trimestre (secondo le stime del Gold Council).
A smorzare lo slancio dell’oro, arrivano però oggi i dati sull’indice dei prezzi dei prezzi Annual Core PCE, che è arrivato al 3,5% a giugno rispetto alla previsione del consenso del 3,7%.
Ricordiamo che l’oro è considerato un asset difensivo contro l’inflazione, e il dato odierno sembra confermare quanto da tempo va dicendo la FED, ossia che le pressioni sui prezzi sono transitorie.