Non arrivano sorprese dall’Australia. La Reserve Bank ha infatti lasciato invariato il tasso di interesse allo 0,10%. Ovvero al minimo storico.
I policymaker hanno anche considerato il programma di controllo della curva dei rendimenti a 10 bps; continuerà anche il programma di acquisto di obbligazioni al ritmo di 5 miliardi di dollari a settimana fino all’inizio di settembre.
Scenderà a 4 miliardi almeno fino a metà novembre, e questo è stato l’unico elemento di sorpresa uscito dal meeting, visto che i mercati non si aspettavano che la banca centrale lo ridimensionasse visto che la variante delta sta danneggiando l’economia.
La banca centrale australiana ha affermato che i recenti focolai di COVID-19 stanno interrompendo la ripresa. Sydney ha riportato record di infezioni da covid-19 e il blocco è stato esteso fino al 28 agosto.
Si prevede che il PIL australiano diminuirà nel terzo trimestre e le prospettive economiche per i prossimi mesi sono incerte e dipendono dalla situazione sanitaria e dalle misure di contenimento. Tuttavia il governatore Philip Lowe ha precisato che una volta contenuti i focolai di virus, l’economia si riprenderà rapidamente.
Lo scenario della Banca Centrale è che l’economia cresca del 4% nel 2022 e di circa il 2-1/2% nel 2023.
La banca centrale ha ribadito che non aumenterà il costo del denaro finché l’inflazione non sarà compresa tra il 2-3%, una condizione che non sarà soddisfatta prima del 2024.
Dopo il meeting della RBA, il dollaro australiano è risalito leggermente verso $ 0,74 (AUDUSD), ma rimane non lontano dai minimi di 8 mesi toccati all’inizio di luglio.
Ad arginare la caduta è stata soprattutto la frenata dell’USD, dopo che la Fed ha ribadito il suo approccio molto accomodante.