Prima di Ferragosto, il dollaro vive la giornata più fiacca della settimana. Dopo essere arrivano in prossimità del massimo da inizio aprile, l’indice del dollaro si è deprezzato verso 92,40, scendendo in tandem con i rendimenti del Tesoro.
A causare il calo sono stati i dati deludenti sul sentiment dei consumatori dell’Università del Michigan.
Il dato infatti è crollato a 70,2 ad agosto, ben al di sotto delle aspettative del mercato di 81,2. Si tratta del livello più basso dal 2011 e uno dei sei cali più bruschi negli ultimi 50 anni del sondaggio. Inoltre, i cali hanno riguardato tutti gli aspetti dell’economia, dalle finanze personali alle prospettive dell’economia, compresa l’inflazione e la disoccupazione.
Questo dato segnala le persistenti preoccupazioni sul fatto che la rapida diffusione della variante Delta, possa far deragliare la ripresa economica globale.
La prossima settimana, tutti gli occhi saranno puntati sui verbali dell’ultima riunione politica della Fed, alla ricerca di indizi sul percorso di stimolo, dopo il rilascio di dati contrastanti sull’inflazione in questa settimana, e quelli molto positivi sul mercato del lavoro.
La fiacchezza del dollaro innesca anche la ripresa dell’Eur-Usd. Il cambio risale quasi a 1,18, dopo essere arrivato sui minimi dall’inizio di novembre un paio di giorni fa.