Il dollaro australiano continua a riprendere quota, dopo che i dati ufficiali hanno mostrato che l’economia australiana è cresciuta oltre le aspettative di mercato, sebbene al minimo in un anno.
Il PIL è salito dello 0,7% nel secondo trimestre, dopo il +1,9% del trimestre precedente. Gli analisti si aspettavano una frenata più forte, allo 0,5%.
Su base annua, l’economia è invece cresciuta a un ritmo record del 9,6%, ma solo perché nel calcolo si sente il peso della fortissima contrazione provocata dalla pandemia nel secondo trimestre del 2020.
Tuttavia l’impatto delle restrizioni dovute al COVID-19, potrebbe ancora essere avvertito. a tal proposito, le autorità oggi hanno esteso le limitazioni a Melbourne per altre tre settimane.
Nel frattempo i consumi delle famiglie hanno continuato a crescere (1,1% vs 1,3% nel primo trimestre) a fronte di un’impennata della spesa pubblica (1,3% vs -0,3%), guidata dalla spesa sanitaria. Gli investimenti privati sono invece diminuiti bruscamente (2% vs 6,2%), a causa di un rallentamento degli investimenti in macchinari e attrezzature e degli investimenti nelle abitazioni. La domanda esterna netta ha contribuito negativamente al PIL, a causa del calo dei volumi delle esportazioni di materie prime minerarie che rifletteva le interruzioni sia della produzione di carbone che del trasporto di minerale di ferro ai porti.
Sul fronte valutario, l’Aussie sta riprendendo quota, ed ha raggiunto il massimo sul dollaro (AUDUSD) da metà agosto in prossimità di 0,74.
A dare slancio alla valuta australiana – che sul finire di agosto era scasa sui minimi dallo scorso novembre – c’è un rinnovato appetito al rischio. Gli investitori si sono allontanati dal dollaro USA dopo che il capo della Fed Powell ha affermato che una riduzione degli acquisti di attività non comporterà un aumento diretto dei tassi di interesse.
Il dollaro australiano rimbalza quota anche contro l’omologo neozelandese: AUDNZD a 1,0404, dopo che nei giorni scorsi aveva toccato il minimo di 9 mesi.