I dati sul mercato del lavoro americano – i tanto attesi Non Farm Payrolls – hanno fallito le previsioni, spegnendo un po’ delle pressioni sulla FED e costringendo il presidente Biden a rassicurare che “la ripresa è forte nonostante i dati sul lavoro“.
L’economia americana ha generato ad agosto 235 mila nuovi posti di lavoro, la cifra più bassa degli ultimi sette mesi, mentre le previsioni erano quasi il triplo a 700 mila. Inoltre siamo rimasti molto sotto ai 945 mila toccati a luglio.
Il Ministero del Lavoro americano ha sottolineato che la variante Delta ha pesato sui dati di agosto.
Il tasso di disoccupazione è sceso al 5,2% dal 5,4% di luglio. Il tasso di partecipazione alla forza lavoro è rimasto invariato al 61,7%.
Tuttavia l’inflazione salariale è aumentata dello 0,6% su base mensile, superando la stima degli analisti dello 0,3%. Questo dato è molto importante per la FED, giacché è un anticipatore delle pressioni inflazionistiche.
Se i non Farm Payrolls dovevano offrire una fotografia aggiornata sulla forza della ripresa americana, non ne viene fuori una immagine confortante.
Settimana scorsa il capo della FED, Jerome Powell, aveva parlato di possibile avvio della graduale riduzione degli stimoli, anche se ha scollegato questa prospettiva dall’aumento dei tassi di interesse. L’ipotesi di una stretta sui tassi rimane più lontana nel tempo.
Il dato reso noto oggi rischia di complicare la decisione della Fed sulla riduzione degli acquisti di asset, e per questo ci sono state subito delle pressioni sul dollaro.
L’indice del biglietto verde è sceso sotto quota 92,00, toccando il livello più basso in oltre un mese. Il greenback perde quota contro l’euro (EURUSD a 1,185) e contro tutte le altre valute principali.