Ancora una volta Mario Draghi conferma l’impostazione prudente riguardo alla politica monetaria della BCE. “Ci aspettiamo che i tassi d’interesse restino ai livelli attuali per un periodo esteso di tempo, e ben oltre l’orizzonte del programma di acquisto di asset”.
Draghi ripete così davanti al Parlamento Ue a Strasburgo la stessa frase che va dicendo da diversi mesi. L’unica novità è l’aggiunta: “si è rafforzata la nostra fiducia che l’inflazione convergerà verso l’obiettivo del 2%“.
BCE e dati macro
La nota di ottimismo non è comunque bastata a cambiare ne’ i tassi ne’ la forward guidance all’ultimo meeting di politica monetaria (acquisti al ritmo di 30 miliardi di euro al mese).
La politica monetaria della Bce quindi evolverà in base ai dati macroeconomici. Che comunque sono discreti. L’economia della zona euro infatti si espande in modo robusto e con tassi di crescita più forti delle attese (il Pil dell’Eurozona è cresciuto del 2,5% nel 2017, rispetto all’1,7% previsto dalle previsioni di dicembre 2016).
Sotto il profilo valutario, le parole di Draghi non hanno intaccato granché i mercati (anche perché hanno ribadito concetti già noti). L’euro oggi è andato in lieve discesa anche per via dei deboli dati sulle vendite al dettaglio (sono diminuite dell’1,0% a dicembre per arrivare all’1,9% su base annua), mentre in precedenza la moneta unica era salita dopo l’indice positivo Markit per i servizi (58.0 rispetto al previsto di 57.6). La major rimane in area 1,24.