C’è un motivo per cui sempre più trader si chiedono quali prospettive ci sono per la valuta turca, e dove ci portano le previsioni cambio Euro-Lira e Dollaro-Lira. Il motivo è che la Turchia ha accresciuto il proprio peso sul panorama internazionale, per via soprattutto della posizione del paese che si trova in mezzo tra occidente ed oriente, come un ponte tra due culture.
Inoltre dal punto di vista economico la Turchia sta diventando un partner commerciale sempre più importante per via della posizione nel Mediterraneo.
Tuttavia, le vicende turche sono spesso accompagnate da turbolenze e frizioni internazionali, che finiscono per ripercuotersi sull’andamento della Lira.
Per questi motivi, per fare le previsioni Euro-Lira e Dollaro-Lira occorre esaminare il quadro generale (politico ed economico) del paese turco.
La Lira nel Forex e gli shock politici
Come tutte le valute dei mercati emergenti, la Lira turca è un asset che va “maneggiato” con cura, perché non è infrequente assistere a delle escursioni di prezzo anche notevoli dei rapporti UsdTry ed EurTry, soprattutto in concomitanza di eventi o accadimenti politici.
Gli eventi recenti lo dimostrano ampiamente, visto che negli ultimi anni infatti ci sono stati degli shock violenti.
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…il Golpe fallito
Una scossa forte ad esempio è il fallito Golpe dell’estate 2016, che ha innescato la ritorsione durissima del presidente Erdogan, che da quel momento ha cercato (e nel 2018 ottenuto) poteri pressoché assoluti.
Quell’episodio provocò una caduta della Lira: il cambio UsdTry nel giro di 5 mesi guadagnò circa il 30%, come vediamo sulla piattaforma Plus500 CfD.
…l’estate drammatica del 2018
Anche nell’estate del 2018 c’è stato un secondo shock pesantissimo.
Dopo aver ottenuto poteri assoluti grazie alla riforma della costituzione, Erdogan ha continuato a surriscaldare l’economia turca alimentando l’indebitamento, infischiandosene della marcia veemente dell’inflazione (che in estate giunse al 15% ma pochi mesi dopo arrivò oltre il 25%).
Erdogan però impedì alla Banca Centrale di alzare i tassi per contrastare l’inflazione, e i mercati reagirono malissimo (in un clima peraltro già teso per via di frizioni politiche con gli USA).
Questo scenario fece crollare la Lira durante l’estate fino al minimo storico (a quel tempo) contro il biglietto verde, come vediamo ancora sulla webtrader Plus500 CfD.
Soltanto dopo questo tracollo la Banca Centrale intervenne alzando i tassi di interesse con una misura shock (625 punti base).
Peraltro durante questi due shock non è che la cosa sia andata meglio rispetto all’euro. La coppia EurTry infatti dall’inizio del 2015 a metà 2018 è cresciuta del 270%, passando da 2.65 addirittura a 7.30.
Il “fattore Erdogan” che scuote spesso la Lira
Il recente ed attuale fattore di turbolenza maggiore è… il presidente Erdogan.
Erdogan odia i tassi di interesse alti (che però sono necessari quando l’inflazione diventa elevata) e inoltre ha favorito un indebitamento sfrenato del Paese per alimentare la crescita economica. Ha così creato cioè un sistema economico molto surriscaldato.
Inoltre grazie ad una riforma costituzionale, il presidente si è fatto attribuire poteri quasi assoluti, che gli permettono di esercitare pressioni anche sulla Banca Centrale.
La contrarietà di Erdogan ai tassi di interesse alti ha provocato scosse sulla Lira anche nel 2019, 2020 e 2021.
Secondo uno schema che si ripete quasi sempre, ogni volta che la valuta riprende un poco quota, Erdogan torna a fare pressione sulla Banca Centrale affinché tagli i tassi. E chi non lo accontenta, viene licenziato.
Il governatore Murat Cetinkaya, grazie agli aumenti dei tassi era riuscito ad abbassare l’inflazione sotto il 10%, ma siccome non cedeva alle pressioni di Erdogan, è stato mandato via a luglio 2019.
Gli ha lasciato il posto il “fidato” Murat Uysal, che per accontentare Erdogan ha cominciato a fare massicci tagli ai tassi di interesse.
Risultato? L’inflazione ha cominciato a risalire e la Lira è tornata sotto pressione, come vediamo nell’immagine tratta da Plus500 CfD.
Poi è arrivata la pandemia (primavera 2020), che ha reso necessario (almeno stavolta) tagliare i tassi di interesse per non affondare l’economia.
Ma questo ha indebolito ulteriormente la Lira, e così il cambio UsdTry ha così toccato il nuovo massimo storico verso 8,6, mentre l’EurTry si è spinto sui massimi storici a 10,14 (fonte grafica Plus500 CfD).
Il problema però è che ad un certo punto, con l’inflazione che era esplosa fino al 13%, i mercati invocavano un rialzo dei tassi. Ma Erdogan è andato dritto per la sua strada, mentre la Lira scendeva e l’inflazione saliva.
Soltanto a causa di una crescente pressione dei mercati internazionali, sul finire del 2020 Erdogan ha cambiato il governatore della CBRT, mettendoci a capo Naci Agbali – più autonomo.
Quest’ultimo ha giustamente fatto una svolta ad U, alzando di nuovo il costo del denaro fino al 19%.
Anche stavolta la Lira è tornata a respirare.
Tuttavia la quiete è durata pochi mesi appena.
A marzo 2021 Erdogan con un colpo di teatro ha rimosso il governatore Agbali, mettendo a capo della banca centrale un altro uomo fidato (Sahap Kavcioglu), uno cioè disponibile ad assecondare i suoi capricci e abbassare i tassi il prima possibile.
E infatti da quel momento sono cominciati i tagli al costo del denaro, giunto al 8,5% nella primavera 2023.
La storia però si è ripetuta di nuovo. Ad aprile 2023 Erdogan ha esonerato Sahap Kavcioglu, nominando al suo posto Hafize Gaye Erkan, ex amministratore delegato di Goldman Sachs e prima donna a ricoprire questa carica.
Subito dopo sono cominciate le strette, che hanno portato il costo del denaro al 25%, livello che non si vedeva dal 2004.
Questo continuo tira e molla sui tassi di interesse ha continue ripercussioni sulla Lira, rendendola estremamente volatile.
Inoltre ha avuto come risultato che l’inflazione è esplosa, arrivando dopo l’estate 2022 a oltre l’80%, prima di cominciare una lenta discesa.
Previsioni sul cambio Euro-Lira e Dollaro-Lira
Cosa accadrà nel prossimo futuro al cambio UsdTry e al cambio EurTry?
Tutto dipende da come si intrecceranno diversi fattori, circa i quali Erdogan è sempre protagonista.
FATTORE POLITICO. Erdogan ha avuto potere assoluto, ma le elezioni di maggio 2023 potrebbero dopo un ventennio spodestare il presidente (che in ambito il internazionale s’è fatto molti “nemici” per via del suo atteggiamento sprezzante).
Il Paese necessiterebbe di riforme profonde per rimettere in piedi una situazione economicamente esplosiva, cosa che rende poco appetibile la Lira sui mercati e inciderà sui cambi UsdTry e EurTry.
LA BANCA CENTRALE. Dall’estate del 2018, Erdogan ha un potere forte anche sull’istituto centrale, e finora lo ha esercitato nel modo peggiore, nominando e scaricando i governatori in pochi mesi, finendo per minare l’autonomia e la credibilità internazionale dell’istituto.
FATTORI ESTERNI. Come tutte le valute emergenti, la Lira turca risente in modo esponenziale del clima economico che si respira a livello globale, nonché delle tensioni sul fronte internazionale.
Tra i fattori esterni sui cambi UsdTry e EurTry pesano anche gli effetti del coronavirus sull’economia, finita in grave recessione.
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Ma sulla Lira pesano anche altre questioni internazionali: Ankara infatti ha un atteggiamento assertivo che provoca spesso frizioni con Washington e Bruxelles. Inoltre sul fronte mediorientale, la Turchia prosegue la strenua difesa dei propri interessi nazionali, attivandosi sia in Siria sia in Iraq per gestire la minaccia rappresentata dalla presenza curda.
Queste tensioni sono sempre un fardello per la Lira, perché spaventano gli investitori.
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