Il dato sui prezzi al consumo in Australia delude i mercati, spingendo al ribasso l’Aussie. Secondo l’Australian Statistician infatti nel secondo trimestre l’inflazione primaria si è attestata al 2,1% annuo contro il 2,2% previsto e l’1,9% del trimestre precedente.
L’inflazione di fondo resta stabile all’1,9%, mentre la media ponderata dell’IPC è scesa all’1,9% a/a, in calo rispetto al 2,1% del primo trimestre.
Questi dati hanno zavorrato il dollaro australiano, l’unica valuta del G10 (almeno nella mattinata) che non ha approfittato di un dollaro USD debole.
La coppia AudUsd è scivolata fino a 0,7360 per poi risalire leggermente la china riportandosi sopra 0.74.
Negli ultimi tempi l’Aussie ha subito una forte pressione a vendere a causa delle tensioni commerciali fra gli USA e la Cina. Il paese asiatico è infatti il maggior partner commerciale dell’Australia (che destina più del 36% delle sue esportazioni alla Cina).