L’esito del voto di Midterm negli USA ha reso bizzosa la giornata del dollaro. La riconquista della Camera da parte dei Democratici (dopo 8 anni) fa sì che la direzione politica di Trump possa essere meno fluida in futuro, specie per quanto riguarda gli stimoli fiscali. Questo ha inizialmente appesantito il dollaro, che però in seguito ha rimbalzato.
Il biglietto verde nel corso dell’anno si è apprezzato molto proprio in scia allo stimolo fiscale messo in campo dal presidente, oltre che grazie ai solidi dati macro che hanno spinto la Federal Reserve ad alzare i tassi. Lo scenario emerso dalle elezioni di Midterm ha raffreddato gli entusiasmi dei trader.
Il dollaro è andato così in calo nei confronti delle principali divise, tra cui euro, yen e franco svizzero, salvo poi recuperare terreno. Il cambio viaggia verso 1.143.
Il “ninja” UsdJpy invece si trova a 113.50. Poco oltre la parità il rapporto UsdChf.
Adesso l’attenzione si sposta sulla Fed. Giovedì infatti ci sarà la riunione del comitato di politica monetaria, dal quale non emergeranno colpi di scena. Si prevede che la Fed mantenga i tassi stabili, ma li ritoccherà a dicembre per la quarta volta quest’anno, poiché i fondamentali economici degli Stati Uniti rimangono forti.