Un mix di fattori ha dato slancio al prezzo del petrolio, che si è messo alle spalle i timori legati alla frenata economica a causa di Omicron e sale sui massimi di oltre due mesi.
I future sul greggio WTI sono aumentati oltre gli 82 dollari al barile, quelli sul Brent invece si affacciano verso la soglia degli 85 dollari.
Il primo driver di crescita dei prezzi è la debolezza del dollaro, che aumenta la spinta delle materie prime. Il biglietto verde esce indebolito dagli ultimi dati sull’inflazione, che sebbene sia al top dal 1982 non ha sorpreso i mercati.
Il petrolio beneficia anche delle prospettive di una forte domanda di carburante e del calo delle scorte statunitensi.
La US Energy Information Administration ha aumentato le sue previsioni sulla domanda di petrolio di 840.000 bpd nel 2022, rispetto a un aumento iniziale di 700.000 bpd.
I dati EIA hanno inoltre confermato che le scorte di greggio negli Stati Uniti sono scese per la 7a settimana consecutiva e molto più delle previsioni di mercato, toccando i livelli più bassi da ottobre 2018.