Home
dollaro canadese CAD

Il dollaro Canadese (CAD) si indebolisce dopo il meeting della BoC

Scritto da -

L'istituto centrale canadese ha deciso di lasciare il tasso di interesse di riferimento all'1,75%

Mossa dovish della Bank of Canada, che lascia immutato il costo del denaro ma decide di rimuovere dal suo comunicato ogni accenno a un possibile futuro rialzo dei tassi.
Situazione questa che ha alimentato la pressione ribassista sul CAD, in discesa sia contro il dollaro () che contro l’euro (EurCad).

Il meeting della BoC

L’istituto centrale canadese ha tenuto il meeting di politica monetaria, al termine del quale ha deciso di lasciare il tasso di interesse di riferimento all’1,75%. Una decisione ampiamente prevista dai mercati.
Il governatore Stephen Poloz ha presentato le previsioni sul futuro economico del Canada, che sono state poco entusiasmanti. Tra i fattori frenanti sono stati individuati la crescita globale lenta, il crollo delle proprietà immobiliari e l’incertezza nel mercato del petrolio greggio.
La Bank of Canada ha evidenziato che queste tendenze hanno zavorrato l’economia nazionale negli ultimi 6 mesi, aggiungendo che la crescita futura probabilmente rimarrà ancora debole.

Le ripercussioni sul Dollaro Canadese

Come detto, la notizia di maggiore interesse per i mercati è stata… una omissione. E’ infatti stato cancellato ogni riferimento a possibili futuri rialzi dei tassi (cosa che invece accadeva sin dal 2017).
Questo ha spinto gli investitori a proiettare nessuna aspettativa di ritocco al costo del denaro almeno fino al 2020.

Inevitabilmente sul dollaro canadese c’è stata un po’ di pressione al ribasso. La coppia è salita dello 0,36% a 1,3470, aggirandosi attorno ai massimi di quest’anno (fonte grafica broker ).

img

Il dollaro canadese ha pagato dazio anche contro l’euro (EURCAD è salito dello 0.20% a 1,5074). Il loonie è sceso a 82,68 contro lo yen, il minimo dal 29 marzo.

Stime macroeconomiche

Tornando alla situazione economica canadese, le stime della BoC riguardo alla crescita del prodotto interno lordo (PIL) sono state riviste dall’1,7% di gennaio all’1,2% (inferiori anche alle previsioni degli economisti, 1,5%). E’ stata invece mantenuta la proiezione per una crescita del 2,1% nel 2020 e del 2% nel 2021.
Si prevede che l’attività abitativa si stabilizzerà, mentre i consumi saranno sostenuti da una forte crescita del reddito da lavoro. Gli investimenti saranno sostenuti da alti tassi di utilizzo della capacità e le esportazioni si espanderanno con il rafforzamento della domanda globale.
Circa l’inflazione, si prevede un calo nel terzo trimestre a causa della dinamica dei prezzi della benzina, ma poi dovrebbe tornare verso il target del 2% entro la fine dell’anno.

Non è possibile commentare questo post.

IN EVIDENZA