La guerra spinge la Banca centrale della Russa ad una nuova mossa non programmata. La CBR ha infatti ridotto il tasso di interesse di riferimento di 300 punti base al 17%, durante una riunione di politica monetaria straordinaria.
Le condizioni dell’economia russa si sono complicate a causa della guerra. L’accelerazione dei prezzi al consumo, il calo dell’attività economica e i rischi per la stabilità finanziaria sono pericoli per la stabilità finanziaria. Nel frattempo, il tesoro russo si è avvicinato al default dopo aver pagato in rubli un eurobond denominato in dollari che è stato rifiutato dalle banche estere.
Secondo la CBR l’inflazione annua continuerà a crescere, anche se gli ultimi dati hanno evidenziato un calo per via del ritorno del Rublo sui livelli ante-guerra.
Infatti la moneta russa è scambiata al di sotto di 80 per dollaro (USDRUB), mantenendosi ai livelli di fine febbraio.
Per evitare il tracollo della moneta nazionale, le autorità avevano precedentemente alzato il tasso ufficiale al 20%, imposto severi controlli sui capitali, evitato insolvenze sovrane e sono intervenute sui mercati finanziari.
La valuta è rimasta stabile anche dopo che il Congresso degli Stati Uniti ha vietato le importazioni di petrolio, gas e carbone dalla Russia.
Inoltre l’UE ha vietato le importazioni di carbone dalla Russia, mirando alle entrate energetiche che sono cruciali per Mosca. Intanto si valuta un embargo su petrolio, gas e combustibili nucleari russi.
Dopo la mossa a sorpresa della CBR, il rendimento dell’obbligazione OFZ a 10 anni è sceso all’11,2%.