L’allargarsi della forbice sui tassi fra BoJ e Federal Reserve spinge sempre più giù lo Yen giapponese. La valuta nipponica scende per il 13esimo giorno contro il dollaro, segnando il ribasso più prolungato dal lontano 1971.
Inoltre gli ultimi dati CFTC che mostrano le più grandi posizioni short nette in yen in 3 anni e mezzo.
Il cambio USDJPY è salito oltre quota 128, ritoccando ulteriormente i massimi degli ultimi 20 anni.
Anche il cambio rispetto all’euro vede lo Yen perdere terribilmente quota. L’EURJPY viaggia su 139, un livello che non si vedeva dal 2015.
Lo spread tra i rendimenti obbligazionari giapponesi e statunitensi continua ad allargarsi a causa delle politiche monetarie divergenti, delle due banche centrali. La FED ha già operato la prima stretta e si avvia verso un percorso molto aggressivo. La Bank of Japan invece continua ad essere prudente ed accomodante.
Così, mentre i Treasuries a 10 anni hanno un rendimento sui massimi di 3 anni sopra il 2,8%, la Banca del Giappone è intervenuta per mantenere il rendimento dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni intorno allo 0% e non superiore allo 0,25%.
Intanto si accende il dibattito sul fronte interno. Il ministro delle finanze Shunichi Suzuki ritiene che gli effetti negativi di uno Yen così debole superano i benefici. Tuttavia, il primo ministro Kishida sottolinea come la banca centrale deve perseguire l’obiettivo inflazione al 2%, non quello di manipolare i tassi di cambio.