Le parole del presidente della FED, Jerome Powell, danno slancio al dollaro e zavorrano le Borse.
Durante l’ultimo panel dell’FMI (Fondo Monetario Internazionale), il numero uno della banca centrale americana ha definito come “appropriato muoversi un po’ più velocemente” nel ciclo di rialzo dei tassi. Ha quindi preannunciato un rialzo dei tassi a maggio dello 0,5%, e ha anche aperto la porta ad ulteriori rialzi dei tassi di eguale entità.
Powell ha ricordato che già nella riunione precedente, molti membri del Fomc ritenevano appropriati uno o più rialzi di 50 punti base.
L’ultima volta invece in cui la banca centrale americana alzò i tassi di mezzo punto percentuale fu nel maggio del 2000.
L’accelerazione hawkish è dovuta a un mercato del lavoro rigido e una inflazione che è salita a livelli troppo alti. L’ultimo check sui prezzi evidenzia una conferma sui massimi degli ultimi 40 anni, ovvero l’8,3%.
“La Fed aveva l’aspettativa che l’inflazione scendesse più o meno in questo momento e questa aspettativa è stata delusa dunque ora vogliamo vedere effettivamente dei progressi, intendiamo arrivare più velocemente a livelli dei tassi neutrali”, ha detto Powell.
Dopo le parole di Powell, il mercato dà ormai per scontata una stretta di 50 punti base a maggio, visto che la probabilità viene vista al 97,6%.
Il cambio è così scivolato finanche sotto la soglia di 1,08.
Il si sta intanto avvicinando a quota 101, riprendendosi ulteriormente dal minimo di una settimana nella sessione precedente, ed è destinato a guadagnare per la terza settimana consecutiva.
Intanto sul mercato del reddito fisso, i rendimenti dei Treasuries a 10 anni sono volati fino al 2,95%, ormai a un passo dalla soglia psicologica del 3%.
L’accelerazione della FED rischia di provocare una battuta d’arresto nell’economia a stelle e strisce, aumentando il rischio di recessione (lo stesso Powell ha detto che evitarla sarà “impegnativo“). Tuttavia, è ben peggiore la posizione dell’economia giapponese e di quella europea. Proprio per questo si assiste a un diffuso rafforzamento del dollaro Usa.
Va evidenziato che lo stesso FMI ha rivisto al ribasso le previsioni sull’andamento del Pil globale per il 2022 e il 2023.