Mossa a sorpresa della Banca nazionale svizzera, che ha aumentato il tasso di riferimento di 50 punti base portandolo a -0,25%.
Si tratta del primo ritocco al costo del denaro dal 2015, quando la banca centrale portò il tasso ai minimi storici di -0,75%. Un aumento dei tassi non si verificava invece dal 2007.
La decisione è stata presa con l’obiettivo di contrastare l’inflazione, giunta al massimo degli ultimi 14 anni al 2,9%, e impedire che la crescita dei prezzi si diffonda più ampiamente a beni e servizi.
L’istituto guidato dal presidente Jordan ha anche sottolineato che è disposta a intervenire sul mercato dei cambi, se necessario.
La banca centrale ha rivisto le previsioni di inflazione di fine anno al 2,8%, rispetto alle precedenti proiezioni del 2,1%. Riguardo alla crescita economica, la BNS conferma il 2,5% quest’anno, prevedendo che la produzione rimarrà favorevole e la disoccupazione resterà bassa, se l’approvvigionamento energetico in Europa non dovesse essere influenzato negativamente.
Dopo il metting di politica monetaria, il franco svizzero si è rafforzato a 0,98 sul dollaro (), rimbalzando bruscamente dai minimi di quasi tre anni che aveva toccato poche ore prima, sulla parità.
Come vediamo sul broker , è in corso di formazione un pattern doppio massimo, ma non sarà completo finché non ci sarà breakout su quota 0,955.
Molto più pronunciato è il guadagno del franco rispetto all’uero. il cambio scende infatti verso 1.020. Nell’ultimo mese il rapporto è sceso di circa il 3%.
