Continua la fase di crescita del rublo russo, che nel corso della giornata ha toccato i nuovi massimi di 7 anni rispetto al dollaro.
L’andamento del commercio internazionale sostiene la marcia della valuta russa, dal momento che le esportazioni beneficiano della crescita dei prezzi (in particolar modo petrolio e gas), mentre le importazioni sono calate per via delle sanzioni più severe da parte dell’Occidente.
Si è fermata la richiesta interna di dollari, esacerbando commissioni elevate e tassi di interesse negativi che le banche sono obbligate ad applicare sui depositi di valute di ‘Stati ostili‘.
Il rublo russo ha così toccato un nuovao massimo di 7 anni, con il cambio USDRUB sceso in area 50, prima di tornare un poco più in altro in seguito.
La forza del rublo resiste nonostante i forti sforzi delle autorità locali di arginare la corsa della valuta. Infatti una valuta nazionale così forte mette a rischio non solo la tenuta dell’export, ma anche le finanze pubbliche.
Per questo motivo il Cremlino ha allentato le precedenti regole di vendita obbligatoria di valuta estera per le imprese orientate all’export, mentre la banca centrale ha tagliato i tassi di interesse inaspettatamente, portandoli ai livelli pre-invasione del 9,5%.
Di recente il primo vice primo ministro Andrey Belousov ha affermato che le autorità stavano discutendo di fissare un obiettivo per il rublo, piuttosto che per l’inflazione. Il consigliere economico del presidente Putin ha affermato che il livello ‘ottimale’ del rublo è compreso tra 70 e 80 per dollaro.