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Turchia, l’inflazione vola al 78,6%. USD-TRY di nuovo in salita

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Molti ritengono che i dati siano fasulli: l’inflazione “non ufficiale” calcolata da un gruppo di accademici, sarebbe al 175,6%

Nuovo massimo pluriennale per l’inflazione della Turchia. Il tasso di crescita dei prezzi è salito per il 13° mese consecutivo, arrivando al 78,6% a giugno. Si tratta del livello più alto da settembre 1998. Il dato ha inoltre superato le già fosche previsioni del mercato, che erano per il 78,3%.

Per dare l’idea della situazione, lo scorso anno di questi tempi l’inflazione turca era al 17,5%, ed era comunque considerata elevatissima.
L’inflazione è stata spinta soprattutto dal rialzo delle componenti energetiche, salite del 150%, e dei trasporti (+123,4%).
Va anche detto che l’inflazione “non ufficiale” calcolata da un gruppo di accademici, sarebbe al 175,6%. Secondo i sondaggi, la maggior parte dei turchi, compresi i sostenitori del presidente Recep Tayyip Erdoğan, non crede ai dati ufficiali sull’inflazione.

Il nuovo dato sui prezzi ha finito per indebolire ulteriormente la Lira turca. Il cambio USDTRY è salito nuovamente, avvicinandosi al livello di 16,8.

E’ durato poco quindi il rimbalzo della valute di Ankara, dove la banca centrale un paio di settimane fa ha confermato il tassi di interesse al 14%.
La Lira rimane la valuta emergente con la performance peggiore da inizio anno: è scesa di circa il 20%, mentre lo scorso anno era già scesa del 44%.

La Lira è schiacciata dalla pressione dei tassi di interesse negativi più elevati del mondo, e soprattutto è vittima dalle richieste illogiche del presidente Tayyip Erdogan, che vorrebbe continuare a tagliare il costo del denaro (già sforbiciato di 500 pb tra agosto e dicembre 2021), quando invece servirebbe un rialzo enorme.

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