Il petrolio chiude la settimana con un bilancio positivo, anche grazie al calo del dollaro, ma e restano sempre in orbita 100 euro.
Il timore riguardo alle scarse forniture (con effetto rialzista sulle quotazioni) hanno più che compensato le preoccupazioni per un rallentamento economico (che hanno un effetto ribassista sul prezzo del barile), mentre la domanda non si è ancora completamente ripresa.
Il greggio si trova attorno a 98 dollari al barile, con un rialzo settimanale del 4%, il massimo in 9 settimane. Considerando luglio, tuttavia, il è in calo di oltre il 4%.
Il si trova attorno a 104 dollari al barile, ed anche in questo caso lo slancio dell’ultima settimana non è bastato a evitare una perdita su base mensile.
I fari sono adesso puntati sul meeting OPEC+ in calendario il 3 agosto, dove gli Stati Uniti sperano in un annuncio di fornitura aggiuntiva. Del resto proprio per questo il presidente americano Joe Biden ha visitato l’Arabia Saudita questo mese, nella speranza di trovare un accordo per aprire i rubinetti.
Tuttavia gli analisti hanno avvertito che i paesi membri stanno già lottando per raggiungere le quote di produzione a causa dei sottoinvestimenti nei giacimenti petroliferi, ed è improbabile quindi un aumento dell’output.