Nuovi segnali deboli dell’economia cinese, che è tornata a rallentare a luglio a causa dei nuovi lockdown da Covid-19. Per questo lo yuan rallenta, malgrado il dollaro non sia tonico come visto di recente.
I dati dei PMI pubblicati da Pechino evidenziano un calo del settore manifatturiero a 50,4 punti, rispetto ai 51,7 del mese precedente. Il dato è inferiore ai 51,5 attesi, e nonostante rimaniamo ancora nella zona di espansione, la soglia chiave dei 50 punti è vicinissima.
Ne risente anche lo yuan, che scambia a oltre 6,75 rispetto al dollaro, ritirandosi dai massimi di due settimane.
Di recente il cambio ha infranto il triangolo simmetrico, facendo immaginare un forte impulso rialzista del cambio. Tuttavia, come vediamo sulla piattaforma di investimento plus500, questo atteso strappo non c’è ancora stato.
Oltre alla fragile ripresa economica del paese, si sente il peso della politica monetaria divergente del Paese e i problemi del settore immobiliare.
Ma sull’ si avverte anche il peso delle crescenti tensioni geopolitiche con gli Stati Uniti, dopo che la presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi ha guidato una delegazione del Congresso nella regione indo-pacifica (pur tenendo Taiwan fuori dall’agenda).
Nel complesso, molti degli indicatori macroeconomici hanno mostrato che l’impatto negativo dell’ultimo round di focolai di Covid sull’economia si sta esaurendo. Il terzo trimestre sarà quindi un periodo cruciale per il rilancio dell’economia cinese.
