Le difficoltà che sta attraversando l’economia cinese hanno spinto la PBoC ad una mossa inattesa. La banca centrale ha infatti deciso di tagliare il costo del denaro, portandolo al 2,75%.
Si tratta del primo taglio da 7 mesi a questa parte.
La People’s Bank of China ha anche ridotto il tasso pronti contro termine a sette giorni al 2%.
L’istituto avverte dei “rischi di stagflazione” nell’economia mondiale e, in chiave nazionale, assicura che le basi della ripresa sono ancora “non consolidate“.
Questa mattina l’Ufficio Nazionale di Statistica ha reso noto il dato sulla produzione industriale cinese, cresciuta del 3,8% a luglio. Molto meno delle previsioni, che erano per il 4,6% (dopo il 3,9% di giugno).
Anche le vendite al dettaglio del Paese sono aumentate del 2,7% a luglio, ben al di sotto dell’aumento del 5% previsto dagli analisti e dopo una crescita del 3,1% a giugno. L’economia cinese ha dovuto fare i conti con i ricorrenti focolai di Covid-19, che hanno spinto le autorità a varare rigidissime politiche anti-contagio.
Dopo la mossa a sorpresa della PBoC, lo yuan si è deprezzato rispetto al dollaro. Il cambio viaggia oltre 6,75 raggiungendo i livelli più alti in quasi due settimane.
Come vediamo sulla piattaforma di investimenti , il cambio è rimbalzato sulla Ema50 e adesso sta testando la resistenza statica a 6,78.
Nei giorni scorsi la valuta cinese si era ripresa, poiché la frenata dell’inflazione negli Stati Uniti aveva ridotto le aspettative di una FED molto aggressiva anche in futuro.