Mentre le elezioni federali consegnano nuovamente la vittoria al premier Justin Trudeau, il dollaro canadese continua a rafforzarsi contro il dollaro (), e ormai si avvicina sempre di più al minimo annuale di 1,3016.
Trudeau vince, ma perde terreno
L’evento clou in Canada sono state senza dubbio le elezioni, alla fine delle quali i liberali di Justin Trudeau hanno ottenuto una vittoria “monca”: ovvero primi, ma senza maggioranza.
Il Premier uscente dovrà, dunque, formare un Governo di minoranza (con 26 deputati in meno rispetto al 2015).
Il risultato elettorale non ha fermato la marcia del loonie, che ha superato il minimo di settembre (1.3134) anche se l’indice dei prezzi al consumo (CPI) del Canada si mantiene stabile all’1,9% per il secondo mese consecutivo. Appena un soffio sotto il target del 2%.
BoC e FED su due strade diverse
I recenti dati macro canadesi hanno cambiato poco le prospettive della politica monetaria della Banca del Canada (BoC), e in occasione del meeting del 30 ottobre probabilmente verrà confermato la stesso impianto dell’ultimo periodo.
Se si considera invece che la FED potrebbe invece effettuare un altro taglio del costo del denaro (i futures su Fed Fund ora riflettono una probabilità superiore al 90% per un’altra riduzione di 25 pb il 30 ottobre), ecco spiegato il fascino del dollaro canadese rispetto all’USD.
Loonie sempre più tonico
I percorsi divergenti per la politica monetaria BoC-FED promuovono quindi una prospettiva ribassista per , che si avvicina al minimo annuale e potrebbe presto dare l’assalto (al ribasso) alla soglia psicologica di 1,30.
Va peraltro notato come la coppia stia per testare ancora una volta il Fibonacci 38,2% (lo vediamo sulla webrader ), sul quale è rimbalzato a inizio anno e durante l’estate.
Resta da vedere come il Federal Open Market Committee (FOMC) risponderà alla “fase uno” dell’accordo commerciale USA-Cina, anche se il presidente Jerome Powell e il suo board sembrano essere sulla buona strada per tagliare il costo del denaro.