Malgrado un timido rimbalzo, il petrolio continua a vivere una fase calante.
e sono rimasti ancora sotto i 90 dollari al barile, con perdite che viaggiano sul 5% nell’ultimo mese.
Gli investitori hanno pesato le preoccupazioni dal lato dell’offerta, dopo che il presidente russo Putin ha affermato che il suo Paese interromperà immediatamente la fornitura di petrolio ai paesi che sostengono l’iniziativa del G7 di limitare i prezzi delle esportazioni di petrolio, o il piano dell’UE di porre un tetto alle vendite di gas naturale russo.
D’altra parte, sulla domanda pesano i segnali di un rallentamento economico che giungono da tutto il mondo. Il rischio recessione si avvicina ulteriormente dopo le mosse delle banche centrali, come la BCE che ha alzato i tassi di 75 punti base.
Inoltre preoccupano anche i lockdown in Cina, il principale consumatore di greggio.
Nel frattempo sono cresciute inaspettatamente le scorte di greggio USA nell’ultima settimana. L’EIA, la divisione del Dipartimento dell’Energia americano, ha segnalato che gli stocks di greggio sono saliti di circa 8,8 milioni di barili a 427,2 MBG, contro attese per un decremento di 0,25 milioni.
Gli stock di distillati hanno registrato una salita di 0,1 milioni a 111,8 MBG, contro attese per un aumento di 0,5 milioni, mentre le scorte di benzine sono aumentate a quota 214,8 MBG (salita di 0,3 milioni contro -1,6% del consensus).
Le riserve strategiche di petrolio sono calate a 442,5 MBG da 450.
Il rimane vicino al minimo di 7 mesi sugli 89 dollari la barile, il si aggira sugli 83 dollari al barile.