I mercati speravano – ed avevano cominciato a prezzare – una frenata dell’inflazione USA, che invece è stata minore delle attese. Così il dollaro rimbalza nuovamente con vigore, dopo che negli ultimi giorni aveva perso slancio.
Ad agosto l’inflazione negli Usa ha rallentato all’8,3% rispetto all’8,5% del mese precedente. Tuttavia i mercati si aspettavano una frenata maggiore, pari all’8,1%. E’ comunque la seconda diminuzione consecutiva, oltre a essere la lettura più bassa in 4 mesi.
L’IPC mensile è salito dello 0,1% rispetto al mese precedente, a fronte di un calo dello 0,1%.
Da segnalare la crescita dei prezzi alimentari, aumentati all’11,4% che è il maggior incremento annuo dal maggio 1979.
Dopo il dato sull’inflazione, le speranze che la FED possa essere meno aggressiva nel meeting di fine mese sono evaporate. Diventa quasi certo che ci sarà il terzo aumento consecutivo del tasso di 75 punti base da parte della banca centrale statunitense.
Questo ha propiziato il rally del , salito sopra 109 dopo che era arrivato ai minimi della sessione di 107,7.
Brusco passo indietro del cambio , che precipita nuovamente vicino alla parità.
Il biglietto verde comunque ha perso un po’ di vigore, dopo che i trader hanno valutato un restringimento della divergenza politica tra la Federal Reserve statunitense e altre grandi banche centrali, in particolare la BCE.