Dopo la corsa, il dollaro torna a prendersi una pausa poiché l’allentamento dei rendimenti dei Treasury, combinato con una generale propensione al rischio, ha indotto alcune prese di profitto dopo un rally che ha visto la valuta statunitense raggiungere il livello più alto dal maggio 2002.
Il Dollar Index è scivolato al di sotto della soglia di 113, anche se le osservazioni da falco dei funzionari della Federal Reserve e il rifiuto di un possibile accordo valutario tra le principali economie (tipo quello del 1985 per indebolire il dollaro) ha limitato un ulteriore slancio al ribasso.
Numerosi esponenti della Fed hanno evidenziato la determinazione della banca centrale a fare il necessario per ridurre l’inflazione, anche a rischio di una recessione e di un’ulteriore volatilità del mercato.
Della perdita di vigore del dollaro ne ha approfittato l’euro, che è risalito oltre 0,97 (EURUSD), allontanandosi dal minimo di 20 anni toccato lunedì scorso.
Il presidente della BCE Lagarde ha recentemente ribadito che la banca centrale deve continuare ad aumentare i tassi di interesse per domare l’inflazione, anche se l’effetto collaterale di una politica più restrittiva sarà una crescita più debole, mentre diversi membri della BCE hanno recentemente sostenuto un altro aumento di 75 punti base in ottobre.