Il meeting di politica monetaria della Reserve Bank of Australia si chiude con una mezza sorpresa. Dall’istituto centrale ci si aspettava una stretta di 50 punti base, e invece ha aumentato il tasso di interesse solo di 25 punti base, portandolo al 2,6%.
Il costo del denaro giunge comunque su livelli che non si vedevano da luglio 2013.
La RBA aveva alzato il costo del denaro di 50 punti base ciascuno in i 4 mesi precedenti, dopo aver fatto anche un aumento di 25 punti base a maggio. Complessivamente, la banca centrale ha quindi alzato i tassi per sei incontri consecutivi di un totale di 250 punti base.
Il board ha affermato che l’inflazione in Australia è troppo alta, come nella maggior parte dei paesi, e che nei prossimi mesi è previsto un ulteriore aumento dei prezzi (gli ultimi dati hanno mostrato che i prezzi al consumo in Australia sono scesi al 6,8%). L’inflazione CPI 2022 dovrebbe essere di circa il 7,3/4%, per scendere verso il 4% nel 2023 e verso il 3% nel 2024.
I policy makers hanno ribadito che si aspettano di aumentare ulteriormente i tassi di interesse, con dimensioni e tempi guidati dall’arrivo dati.
Il comitato è rimasto risoluto nel suo impegno a portare l’inflazione ai livelli target e farà il necessario per raggiungerlo. Sta inoltre monitorando da vicino l’economia globale, la spesa delle famiglie e i salari.
Le ore in cui la RBA decideva sui tassi sono state molto volatili per l’Aussie. Il cambio AUDUSD è dapprima precipitato di quasi l’1%, poi ha ridotto le perdite e invertito la corsa, arrivando a riportandosi oltre 0,65.
Pochi giorni fa, il cambio AUDUSD era scivolato fino a 0,639, sui minimi di 2 anni e mezzo, a causa della prospettiva di una Federal Reserve sempre più aggressiva.