Con un voto di 7 membri contro 2, la Bank of England ha deciso di effettuare una nuova stretta monetaria. L’istituto centrale britannico ha infatti aumentato il costo del denaro di 75 punti base, portando il tasso di interesse al 3%. E’ un livello che non si vedeva dal 2008.
La stretta più vigorosa dal 1989 si è resa necessaria per combattere l’inflazione che rimane sui massimi di 40 anni.
Divergenza BoE-FED
Anche se l’istituto centrale preannuncia che ci saranno ulteriori rialzi dei tassi di interesse, alla luce del quadro economico molto deteriorato, la Bank of England ritiene che il livello finale del costo del denaro sarà più basso di quello inizialmente previsto.
Questa considerazione è esattamente l’opposta rispetto a quella fatta ieri dal capo della FED Powell, dopo il meeting della Banca Centrale Americana. E tutto ciò ha finito per mettere ulteriore pressione sulla sterlina.
La valuta britannica aveva cominciato a perdere terreno già prima del meeting della Bank of England, ma subito dopo il cambio ha ampliato le perdite, arrivando a sfiorare una discesa del 2%.
Il cambio è così scivolato sotto quota 1,118.
La sterlina perde quota anche contro l’Euro. Il cambio sale infatti a 0,87, guadagnando oltre un punto percentuale.
Outlook economico
Secondo i policy-makers britannici, l’inflazione continuerà a crescere anche nel primo semestre del 2023. Durante lo stesso periodo il prodotto interno lordo invece calerà, a causa soprattutto degli alti prezzi dell’energia e delle condizioni finanziarie più rigide.