Il dato più atteso della settimana evidenzia una grossa sorpresa per i mercati: l’inflazione USA rallenta più delle attese, spingendo così al ribasso il super-dollaro e mandando in orbita Wall Street.
Il Bureau of Labor Statistics riporta che il tasso di inflazione annuale negli Stati Uniti ha rallentato per il quarto mese di fila al 7,7% in ottobre, il livello più basso da gennaio e al di sotto delle previsioni dell’8%. A settembre era stato 8,2%.
Frenano sia il costo dell’energia (+17,6% contro 19,8% di settembre), i alimentari (10,9% vs 11,2%) e le auto e camion usati (2% vs 7,2%).
Su base mensile l’aumento è stato dello 0,4%, lo stesso di settembre e al di sotto delle previsioni dello 0,6%.
I dati sui prezzi sono importantissimi, perché con l’inflazione in calo la Fed ha più spazio di manovra per rallentare la velocità dei rialzi dei tassi di interesse. La frenata di ottobre lascia sperare che la banca centrale alzi il costo del denaro dello 0,50% alla prossima riunione di dicembre, prima della quale ci sarà un altro dato sull’inflazione consentendo così alla Fed di aver maggiori informazioni per decidere.
Immediata la reazione dei mercati, che hanno penalizzato il dollaro.
Il precipita di quasi due punti percentuale a 108,5, mentre il cambio vola oltre 1,015.
I maggiori cali del biglietto verde sono contro sterlina () e yen giapponese () e contro il dollaro australiano ().