Per la prima volta da agosto, la sterlina britannica è riuscita a salire oltre la soglia di 1,17 contro il dollaro statunitense ().
Ad innescare questo slancio è la contemporanea azione di due fattori.
Il primo è la debolezza del dollaro, che sta continuando a muoversi al ribasso dopo che l’ultimo report sull’inflazione USA ah evidenziato una frenata maggiore del previsto il mese scorso, riducendo così le scommesse su mosse ancora molto aggressive della Federal Reserve.
Il cambio cresce però anche perché i dati hanno mostrato che l’economia del Regno Unito si è contratta dello 0,2% nel terzo trimestre, meno di quanto i mercati si aspettassero. Ciò suggerisce che la Banca d’Inghilterra potrà mantenere il suo percorso di inasprimento delle politiche, per combattere l’inflazione che viaggia sul massimo da 40 anni.
La scorsa settimana, le autorità britanniche hanno deciso un aumento del tasso di 75 punti base, il più significativo dal 1989.
Intanto sul fronte politico, il ministro delle finanze britannico Jeremy Hunt dovrebbe delineare fino a 60 miliardi di sterline di aumenti delle tasse e tagli alla spesa la prossima settimana, inclusi almeno 35 miliardi di sterline di tagli a seguito dell’avvertimento di recessione della Banca d’Inghilterra.