Continua la fase di regressione del dollaro, che dopo aver viaggiato a lungo in rally, adesso sta marciando all’indietro. Al punto che il dollar Index è scivolato fin sui minimi di 3 mesi.
A dare un’altra spallata al biglietto verde sono stati gli ultimi dati sui prezzi alla produzione, che hanno rafforzato le aspettative che la Federal Reserve potrebbe presto rallentare il ritmo della stretta della sua politica monetaria.
I prezzi alla produzione sono infatti aumentati dello 0,2% in ottobre, meno delle previsioni di un aumento dello 0,4%, mentre i prezzi alla produzione core sono rimasti invariati.
Il rapporto ha anche mostrato che l’IPP è più debole del previsto su base annua e nella sua lettura principale.
La speculazione su un possibile ammorbidimento della FED è stata incoraggiata anche dal vicepresidente della banca centrale, Lael Brainard, che ha segnalato la possiible frenata del ritmo dei suoi aumenti dei tassi di interesse.
Il dollar Index si è deprezzato fino a quota 105,6, il minimo dal 12 agosto, prima di riprendere un po’ di terreno.
La debolezza del dollaro è stata osservata su tutta la linea, con alcune delle attività di vendita più pronunciate contro valute sensibili al rischio come il dollaro australiano e quello neozelandese.
Il movimento del mercato è arrivato in tandem con l’indebolimento dei rendimenti dei Treasury.